Il 16 giugno 2018 il Galata Museo del Mare di Genova ampliava lo spazio espositivo con l’inaugurazione della Sala Coeclerici, in cui sono esposte una sessantina di opere della Fondazione Paolo Clerici che, con oltre 250 dipinti, possiede la più importante collezione privata di dipinti marittimi in Italia e tra le maggiori a livello internazionale. Ad un anno dalla sua apertura il bilancio è più che positivo: sono circa 150 mila le persone, di cui 3000 gli studenti d’età compresa tra i 6 e i 12 anni, che hanno visitato la collezione “Navigare nell’Arte”, la terrazza panoramica con il giardino pensile e la saletta adibita a conferenze adiacente la mostra; una decina gli approfondimenti tematici dedicati alla sala che hanno coinvolto 140 bambinidella scuola primaria. Numerosi anche gli eventi organizzati in questi dodici mesi, tra cui si segnalano il primo matrimonio festeggiato in Museo, le riprese del trailer dell’inedito format televisivo “Generazione Abile” e le conferenze organizzate da enti ed aziende nella saletta dedicata.
Il progetto è stato interamente finanziato dalla Coeclerici e fortemente voluto dall’imprenditore Paolo Clerici, Presidente e Amministratore Delegato di Coeclerici S.p.a. oltre che Presidente della Fondazione Paolo Clerici, un sostenitore del Galata Museo del Mare sin dagli inizi e che, con questa iniziativa ha inteso ribadire il suo legame storico e affettivo con il museo, la città e le sue istituzioni culturali.
I dipinti esposti sono firmati da artisti italiani e stranieri di fama mondiale, quali Adam, Craffonara, De Simone, Klodic, Mohrmann e Roullet. Le opere si accomunano nel richiamo del mare e della vocazione internazionale che da generazioni la famiglia Clerici si tramanda. Negli anni Settanta, Paolo Clerici iniziò a collezionare opere d’arte figurativa marittima, come i captain’s paint (i “dipinti del capitano”) o i ritratti di porto. Velieri, piroscafi mercantili, transatlantici e paesaggi portuali, come Amsterdam, Londra, Liverpool, entrarono a far parte della raccolta, abbellendo gli uffici della Società secondo un’antica consuetudine delle compagnie d’armamento e delle agenzie marittime. Ma la collezione non guarda solo al passato: autori contemporanei, come gli italiani Locci e Sambuy, e stranieri come Veerdorn e Bayter hanno realizzato dipinti che mostrano le navi dell’oggi, come le gigantesche bulk carrier e le navi specializzate nel trasporto delle materie prime.
Per valorizzare i dipinti della Sala Coeclerici, curatori e progettisti hanno ideato un percorso – suddiviso in 8 aree espositive – che ripercorre un periodo cruciale contrassegnato da cambiamenti epocali nel settore marittimo che inizia dalla metà dell’Ottocento e arriva fino ai nostri giorni e così si ricollega e completa l’itinerario storico e scientifico del Galata nella storia della navigazione.
Dietro a ogni dipinto esiste una storia: storie di navi, piccole o grandi, durate poche anni o per decenni infaticabili tramper del mare, oggetto di vicende come tempeste, naufragi, siluramenti. E sulle navi, le vite di capitani, marinai e macchinisti e le loro avventure in mare, così come il ruolo determinante degli armatori. Oltre le navi, il paesaggio abitato dalle navi: i port’s portrait rappresentano un altro elemento portante della collezione, a testimonianza del duro lavoro negli scali. L’accurata ricostruzione storica, che arricchisce ulteriormente il valore dell’allestimento, è consultabile mediante postazioni multimediali interattive e digitali che consentono al visitatore di immergersi in vicende talvolta conosciute – come il caso del Rex – ma molto spesso ignorate come il Columbian, il Gange o il St. Louis. In questo senso, l’allestimento della Sala Coeclerici è fortemente innovativo, multimediale e interattivo, rafforzando la cifra che contraddistingue il Galata, che è quella dell’uso delle nuove tecnologie. Un’apposita sezione, “didattica”, permette anche ai più piccoli di “giocare con le navi”, nella convinzione che la cultura del mare non è riservata solo agli esperti, ma può essere un patrimonio di tutti. La Sala, così come tutto il percorso espositivo del Museo è dotata di sistema di amplificazione, per migliorare l’ascolto lungo il percorso a ipo-udenti e a tutti i visitatori con problemi di udito.